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Anche a Novi durante la peste del 1656 i Novesi ricorsero all’intercessione di San Rocco e fecero voto di costruire in suo onore una cappella.   La Cappella di San Rocco era già citata nella relazione della Visita Pastorale del Vescovo Andrea Bonito nel 1683. Dalla relazione della Visita Pastorale del 1698 si apprende che sopra l’altare c’era un quadro in tela con 1’immagine del Santo, fatto a devozione del cappellano Don Andrea Sansone. Nelle relazioni delle Visite Pastorali dei secoli XVIII e XIX alcune volte la cappella viene segnalata adorna, pulita e in buone condizioni statiche, altre volte disadorna, fatiscente ed anche del tutto indecente tanto da essere dichiarata interdetta. La cappella fu restaurata nel 1849, come si può desumere dalla campanella che i fratelli Giovannangelo e Rocco Postano, seguendo l’esempio dei loro avi, donarono. Nella relazione della Visita Pastorale del 1904 fatta dal Vescovo Paolo lacuzio si legge che la cappella si trovava “in decenti statu” e che la pulizia era curata “a quodam divoto”, che sappiamo essere stato l’Avvocato Francesco Vairo. Per di più viene segnalata la presenza della statua in legno di San Rocco. Non se ne conosce l’autore, né si sa quando sia stata fatta. Era certamente una bella opera di scuola napoletana del tardo settecento, che purtroppo fu distrutta da un incendio la mattina del 9 marzo 1980. Si salvò solo la testa. I Novesi vollero che fosse immediatamente rifatta come era prima. Infatti, servendosi di circa un centinaio di foto di quella distrutta dall’incendio, la Ditta Luigi Santifaller di Ortisei per la festa del 16 agosto dello stesso anno riuscì a farne una copia perfetta.  Don Carlo scrive ” quando nel 1955 feci il mio ingresso come parroco del paese la cappella era già dissacrata”. Per esigenze urbanistiche e per il pericolo negli anni seguenti fu abbattuta. Nel 1964 fu posta la prima pietra e fatti vari lavori. Poi tutto si fermò. Solo nel 1990 il 4 febbraio fu inaugurata la nuova cappella su progetto dell’arch. Bruno Viciconte, lavori della ditta Mario Musto ed offerte di cittadini novesi, anche degli emigrati.

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